Fisioterapia Respiratoria
nella BPCO

La BPCO è una malattia cronica

La BPCO è caratterizzata da una ostruzione (un restringimento delle vie aeree), non reversibile o solo parzialmente reversibile.
È causata principalmente dal fumo di sigaretta (sia attivo che passivo) e/o dall’inalazione prolungata di gas e polveri irritanti.
Ha un inizio molto subdolo e progredisce lentamente.
I principali sintomi sono la tosse, il catarro (a torto ritenuti “normali” nei fumatori) e la mancanza di respiro.

La mancanza di respiro diventa più evidente, più manifesta, generalmente, quando il danno polmonare è già importante e la malattia è in fase avanzata. Questo accade in quanto il soggetto affetto da BPCO in maniera del tutto inconsapevole evita le attività che la scatenano (ad es. correre, salire le scale, camminare) e assume uno stile di vita sempre più sedentario. A sua volta questa progressiva riduzione dell’attività fisica comporta decondizionamento cardiocircolatorio, riduzione della forza e del trofismo muscolare e comparsa di dispnea per attività via via meno intense. Si instaura pertanto un vero e proprio circolo vizioso che porta all’insorgere della dispnea a livelli di lavoro sempre meno elevati. Alla mancanza di respiro spesso si associano stati di ansia e depressione, una facile stancabilità, un sonno meno ristoratore e una diminuzione dell’appetito con perdita di peso, in particolare di massa magra (muscoli). Inoltre per non scatenare questa spiacevole e angosciante sensazione “la mancanza di respiro” il soggetto riduce anche le occasioni per uscire di casa e le attività socializzanti.
Nei casi più avanzati di malattia la dispnea può manifestarsi anche per semplici attività della vita quotidiana, come vestirsi e lavarsi, o è presente anche a riposo.

Il ”circolo vizioso” della DISPNEA

Alcuni consigli per controllare o ridurre la “mancanza di fiato” (dispnea)

Adottare un respiro a” labbra socchiuse”

  • Inspirare dal naso lentamente in modo da facilitare l’arrivo dell’aria anche nelle zone del polmone malate che richiedono dei tempi più lunghi per essere raggiunte.
  • Espirare dolcemente a labbra socchiuse senza forzare l’uscita dell’aria prolungando così il tempo dell’espirazione; questo aiuta le vie aeree a rimanere aperte e consente di restituire (espirare) tutto il volume di aria precedentemente inspirato.

Adottare alcune posture facilitanti

Quando si è compiuto uno sforzo che ha scatenato la mancanza di fiato si consiglia di adottare alcune posture che aiutano a recuperare più velocemente un respiro più tranquillo.

  • La posizione “del cocchiere”: il soggetto è seduto, piegato in avanti con i gomiti appoggiati alle ginocchia. Questa posizione è utile per mettere a riposo i muscoli del collo (muscoli accessori della respirazione), porre il diaframma in posizione più favorevole e consentire una espirazione in modo più rilasciato.
  • La posizione “in piedi con il tronco inclinato in avanti”: le braccia sono appoggiate su un piano (ad es. il tavolo, il davanzale della finestra) in modo da scaricare i muscoli antigravitari del tronco e i muscoli del collo accessori della respirazione e facilitare la contrazione dei muscoli addominali che spingendo il diaframma in alto facilitano l’inspirazione successiva.

Evitare uno stile di vita sedentario

  • Tutti i giorni, quando fa bel tempo, è consigliabile uscire di casa e camminare per almeno 15-20 minuti a passo “spedito”. Se questa modalità risulta troppo difficile si può alternare 1 minuto a passo veloce e 2 minuti a passo più lento.
  • Tutti i giorni, quando fa brutto tempo, è consigliabile camminare in casa, o pedalare su una cyclette con una resistenza leggera-moderata (40-50 watt circa) o camminare sul treadmill a una velocità di 4-5 Km/h per almeno 15-20 minuti o salire e scendere almeno 2 rampe di scale.
  • È consigliabile mantenere forti e resistenti i muscoli degli arti inferiori facendo esercizi di rafforzamento per i muscoli delle gambe.

Esercizi consigliati

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Attenzione!

  • Se, nonostante una costante aderenza alla terapia farmacologica e una corretta tecnica di inalazione, la mancanza di respiro persiste e limita le tue abituali attività della vita quotidiana o quando si cammina in compagnia di un coetaneo non si riesce a stare al suo passo, in accordo con il medico di famiglia e consigliabile consultare lo specialista pneumologo e rivolgersi a un fisioterapista respiratorio per accedere ad un programma specialistico di riabilitazione pneumologica.
  • Dopo una riacutizzazione di malattia che ha necessitato di un ricovero in ospedale è consigliabile richiedere allo specialista di riferimento la prescrizione di un programma di riabilitazione pneumologica da attuarsi entro 3 mesi dalla dimissione ospedaliera e gradualmente (in autonomia o con l’aiuto di un fisioterapista respiratorio) cercare di recuperare il livello di attività precedente al ricovero in ospedale.

A cura di Marta Lazzeri,
Fisioterapista Respiratoria Ospedale Niguarda
e past president dell’Associazione riabilitatori dell’insufficienza respiratoria.

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